QFC Teatro
Microstorie
di Manuela Moresco
regia di Daniele Marcori
con Susanna Cantelmo e Daniere Marcori
cast tecnico Manuela Moresco
Microstorie - Piccoli episodi che vale la pena raccontare.
C’è chi ama raccontare le storie ad occhi aperti, Microstorie ama giocare con le storie ad occhi chiusi per portare tutti noi dentro un mondo poco probabile
e quasi impossibile.Piccoli momenti di vita quotidiana acquistano improvvisamente colori mai visti prima, linguaggi e conversazioni che si vivono dentro i sogni,
sfumature magiche, ironiche, poetiche e preziose.Perché dentro una piccola storia, come dentro una piccola palla di vetro, si nascondono milioni di possibilità,
reali e irreali, di mondi conosciuti o ancora da esplorare.
Microstorie fa dell’improvvisazione la chiave dei vostri sogni, piccoli o grandi che siano.
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Pierluigi Littera
1970
scritto, diretto e interpretato da Pierluigi Littera

La famiglia, Tarcisio, la galera… e un paio di stivali di pelle con il tacco che sono la fine del mondo...
La storia di un uomo, un emarginato, un ragazzo di borgata ingenuo e sognatore; un passato di violenza, passioni, rinunce ed ignoranza; un uomo che si racconta senza alcun secondo fine, nudo e crudo come la sua misera esistenza.
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Teatro dell'Osso
Parole troppo lunghe
scritto e diretto da Mirko Di Martino
con Titti Nuzzolese, Nello Provenzano
La verità giace sul fondo.
La memoria e l'identità. Oppure, se volete, la memoria è l'identita. Emma ha perso la memoria e cerca faticosamente di ritrovare la sua identità.
Oppure, se volete, ha perso l'identità e cerca faticosamente di ritrovare la memoria. Emma ha bisogno del suo psichiatra per elaborare con lui
conversazioni senza senso alla disperata ricerca di un passato che le sfugge e di un futuro che non arriva mai. Emma ha bisogno di aiuto, ma
il suo medico le offre una mano che lei non è disposta ad accettare. Emma e il Dottore sono i personaggi di un crudele gioco al massacro, ma
sono anche i protagonisti di un dramma che hanno costruito da soli, giorno dopo giorno, e che ogni sera va in scena per il pubblico dei fantasmi
che abita le loro menti. Emma e il Dottore usano le parole come armi per ferire o difendersi, parlano tanto ma non ascoltano, incapaci di comprendere
che le parole che ripetono all'infinito non sono “troppo lunghe”, ma troppo vuote. Smarriti in un presente che li soffoca, brancolano nel buio dei ricordi,
abbagliati dai riflessi di un passato che non riescono a ricomporre.
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Nogu Teatro
Pensare con la testa di un altro
scritto e diretto da Cristiano Vaccaro
con Ilaria Conti, Carlo Maria Fabrizi, Ilaria Manocchio
cast tecnico Marco Sgrò
Ti ho sempre detto che le conseguenze del pensare con la testa di un altro erano fatali per l'umanità, e che l'umanità non
avrebbe mai potuto liberarsi da tutto questo.
Siamo troppo abituati a pensare con la testa di un altro… A questo punto meglio iniziare ad allenarsi fin da bambini, nelle scuole! Una madre consiglia
alla figlia di proporre l’esercizio a scuola: cominciare a pensare con la testa di un altro. Iniziano tutti a staccarsi la testa. Bidelli, maestre, la direttrice,
gli alunni … Cosa succederà? E quando arriveranno i genitori all’uscita della scuola come la prenderanno?
“Pensare con la testa di un altro” è un progetto di ricerca vocale. Prendendo spunto da alcuni brani di Rodrigo Garcia, Cristiano Vaccaro ne fa un estratto,
riadattando e smembrando il testo come un impianto musicale jazzistico in cui gli attori sono veri e propri strumenti da voce.
Il brano è stato mescolato, rotto e recuperato sino ad ottenere quello che potremmo definire un concerto per voci che vuole avere immagini e visioni di impatto
immediato con lo spettatore. La struttura generale cerca di mantenere il profilo di rottura del pezzo originale. I tre attori in scena giocano il brano
dividendolo in schegge che riacquistano senso soltanto nell’accostamento apparentemente casuale.
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Flaminia Chizzola
Mandy Nebraska
di Flaminia Chizzola
regia Roberta Guccione
con Roberta Guccione
cast tecnico Flaminia Chizzola
Ciao splendore come stai?
Mandy è una donna di mezza età. E' una bimba. E' un' immensa solitudine. E' il disperato bisogno di
esserci. Il personaggio appare come il cliché della donna rifatta, in competizione con il mondo,
sempre migliore, più grande e più scintillante di lei piccola e invisibile; un mondo che non esita a
lasciarla indietro. Ho provato ad esplorare ed ironizzare sull'idea di
femminilità partendo da quella che, forse per me, è una prima chiave di accesso: il gioco. Si andava
delineando così, attraverso l' uso iperespressivo del corpo e della voce, un personaggio grottesco, al
limite del clown. Mandy è sempre a posto, strabordante e perfetta, comica e patetica nei suoi
ostinati tentativi di attirare l’attenzione degli altri puntando tutto sul suo aspetto fisico. Durante il
lavoro è stato materiale da aprire e trasformare: le ripetizioni del testo e i colori, le metafore e i
continui richiami alla carrozzeria di un’auto da corsa che non può fermarsi, o di una donna che col
suo "Bruum" deve scaldare di continuo il motore della propria femminilità per potersi percepire.
Quello che all'inizio appare come un gioco man mano si consuma sino ad esaurirsi lasciando la
miseria e il dramma di una donna che come una bimba incapace di arrivare a toccare i pedali di un'
auto, non arriva a toccare il motore della propria esistenza.
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Lorena Ranieri
Nessun dorma
scritto, diretto e interpretato da Lorena Ranieri
Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte: quella di vivere.
Ci sono luci e ombre nel nostro mondo, molte ombre sono scomparse, altre persistono,
alcune rinascono. In 68 stati nel 2014, nei sognati Usa, in Africa, India e Cina e perfino
nella paradisiaca Giamaica, la pena di morte è ancora prevista dal codice penale e
regolarmente utilizzata.
E questo, bisogna ammetterlo, non ci fa alzare dalla sedia in preda allo stupore.
“Nessun dorma” è il racconto di tante vittime di leggi e pene assurde, viste per la prima
volta con verità da due donne italiane qualsiasi, nostra mamma, nostra sorella, noi.
Se il teatro, infatti, è mosso dalla necessità di raccontare storie, di illuminare spazi
scomodi a tutti, allora è necessario che ci ricordi le cronache tragiche di ogni giorno, che le
veda assurde e straordinarie, perché noi forse siamo già abituati a vederle. Ed è ancora
più urgente indagare il perché della nostra indifferenza.
Davanti al solito telegiornale Rosanna e mamma Adele sorseggiano un caffè dolcissimo,
parlano di amore, di matrimonio, si scontrano sulle loro differenti opinioni, poi, come
spesso accade, la cronaca del tg le ammutolisce. Cosa fare dopo?
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DoveComeQuando.
Elle et elle(info)
di Pietro Dattola
regia di Davide Vallicelli
con Maria Francesca Palli,
Laura Toro
E' possibile amare, in qualunqe forma, finchè non si entra in contatto con l'uomo.
Elle et elle, frammento del romanzo Thérèse e Isabelle di Violette Leduc. La voglia di raccontare un amore occultato tra mura protette e fredde di un
collegio. L'esigenza di appartenere per forza a qualsiasi cosa. Sono la base di questa relazione da sempre sotto inchiesta. L'asetticità del non-luogo
dimostra che è possibile amare, in qualunque forma, finché non si entra in contatto con l'uomo.
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